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Dalla città alla montagna: il potere della Natura

  • ecoartandnature
  • 26 dic 2014
  • Tempo di lettura: 2 min

Sono nata nella bellissima città medievale di Bologna ed è lì che ho vissuto con la mia famiglia fino al 1998, quando il mio piccolo grande mondo di bambina andò in frantumi. Un grave esaurimento nervoso afflisse mia mamma dopo la nascita del suo secondo figlio: un lavoro d’oro (che la occupava per più di 18 ore al giorno) come vicedirettore sanitario di un grande ospedale, due babysitter, nessun aiuto da parte della sua famiglia e un amorevole marito che però lavorava in ogni parte di Italia mancando a volte per settimane. Un lavoro molto ben pagato, nessun tempo per vivere la sua vita e nessuna possibilità di vedere i suoi figli crescere. Alcune persone possono essere fantastiche mamme e lavoratrici allo stesso tempo, alcune non possono, sono troppo sensibili, troppo fragili.

Era estate ed era davvero caldissimo in città, ma la mamma era sempre a metà strada tra l’ospedale e la casa, non era nelle condizioni di viaggiare tanto lontano, nemmeno fino a qualche allegra ed attrezzata località turistica sulla Riviera. Così i miei genitori decisero di affittare una piccolissima casa sugli Appennini, a solo 50 minuti di auto dalla città, ma comunque in un altro mondo.

E lì abbiamo trascorso tre mesi quell’estate e non ci siamo più spostati per 6 anni. Vivevamo in una casetta di 48 metri quadri immersa nella Natura e non avremmo potuto chiedere di meglio.

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La malattia di mia mamma cominciò a migliorare, aveva finalmente tempo da dedicare ai suoi bambini, giocare con noi, cucinare cibo genuino, leggere sotto il sole o all’ombra di un ciliegio nel nostro giardino, tempo per uscire e camminare, camminare nel bosco, dove gli alberi ti dicono che nulla è più importante che sentire il contatto con la Natura, camminare sulle colline, da dove puoi scorgere le nuvole che coprono la pianura, camminare lungo l’antica strada romana che collega Bologna con Firenze, dicendoci che siamo solo un piccolo puntino in un universo di storie e di sogni.

Io ho iniziato a dormire (non avevo mai dormito un’intera notte fino a quando non ci siamo trasferiti in montagna, soffro di asma ed ero probabilmente allergica a qualche pittura usata nel nostro nuovissimo appartamento in città, o forse era solo colpa dell’inquinamento che ristagna nella pianura..) e mio fratello iniziò ad essere meno timido e ad apprezzare l’aria aperta.

Eravamo indiani che guadano fiumi, esploratori alla scoperta di nuovi orizzonti, eravamo maghi, poeti, suonatori, elfi dei boschi.

Non potrei essere più riconoscente per quel giorno in cui i miei genitori decisero di non tornare nella città. Decisero di vivere una vita con meno soldi, meno agi, svegliarsi alle 4 della mattina per pulire la strada dalla neve e rinunciare a viaggi, cinema, ristoranti, vestiti nuovi. Ma ho ricordi della mia infanzia che mi accompagneranno per sempre e mi aiuteranno per tutta la vita, perchè penso di aver compreso, almeno aver avuto un assaggio, di quali sono le cose importanti nella vita. E posso assicurarvi che il contatto con la Natura e la scelta di una vita semplice salvarono non solo una vita, ma anche l’integrità di una famiglia.

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